martedì 19 febbraio 2008
sabato 16 febbraio 2008
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 Aprile 2007
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 Aprile 2007
Istituzione del Comitato interministeriale per le celebrazioni del
150° anniversario dell'Unita' d'Italia.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto l'art. 95, primo comma, della Costituzione;
Visto l'art. 5, comma 2, lettera h), della legge 23 agosto 1988, n.
400;
Ritenuta la necessita' di pianificare in via generale le iniziative
funzionali alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unita'
d'Italia, che avranno luogo nel territorio nazionale nel periodo
2008-2010 e, specialmente, nell'anno 2011, con particolare attenzione
per le citta' di Roma, Torino e Firenze;
Considerato che il piano degli interventi connessi alle
celebrazioni del 150° anniversario dell'Unita' d'Italia riguarda,
principalmente, l'organizzazione di mostre, convegni e manifestazioni
a carattere storico e commemorativo, il miglioramento complessivo
delle capacita' organizzative e ricettive dei centri maggiormente
coinvolti, la programmazione di spettacoli e di iniziative connessi
all'evento, la realizzazione ed il completamento di infrastrutture di
rilevante carattere culturale e scientifico;
Considerata, inoltre, l'esigenza di definire ed organizzare il
complesso degli interventi in modi e contesti unitari e nella piu'
stretta collaborazione con gli enti territoriali interessati,
risultando indispensabile la nomina di un organismo appositamente
costituito, che operi, anche in raccordo con le amministrazioni
regionali e locali, in termini di coerenza e tempestivita' per la
celere definizione degli obiettivi di pianificazione strategica;
Vista la delega al Vicepresidente del Consiglio dei Ministri,
onorevole Francesco Rutelli, in ordine, tra l'altro, al coordinamento
di grandi eventi relativi ad ambiti turistico-culturali legati a
scadenze internazionali ed anniversari, per una maggiore visibilita'
del "Sistema Italia";
Sulla proposta del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e
Ministro per i beni e le attivita' culturali, di concerto con i
Ministri dell'economia e delle finanze, delle infrastrutture e per
gli affari regionali e le autonomie locali;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 24 aprile 2007;
Decreta:
Art. 1.
1. La pianificazione, la preparazione e l'organizzazione degli
interventi connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario
dell'Unita' d'Italia sono affidati, in raccordo con le
Amministrazioni regionali e locali, al Comitato "150 anni dell'Unita'
d'Italia", di seguito denominato: "Comitato", presieduto dal
Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro per i beni e le
attivita' culturali, onorevole Francesco Rutelli e composto dai
Ministri dell'economia e delle finanze, delle infrastrutture e per
gli affari regionali.
Art. 2.
1. Al Comitato sono attribuiti i seguenti compiti:
a) promozione, nell'ambito di una costante azione di
coordinamento, delle attivita' organizzative di competenza di altre
istituzioni, anche avviando ogni utile rapporto con enti e
organizzazioni a vario titolo coinvolti nelle celebrazioni per il
150° anniversario dell'Unita' d'Italia;
b) predisposizione del programma delle manifestazioni celebrative
di carattere nazionale direttamente connesse alla proclamazione
dell'Unita' d'Italia;
c) promozione e diffusione, a livello nazionale e internazionale,
degli eventi connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario
dell'Unita' d'Italia, attraverso i mezzi di comunicazione di massa;
d) promozione di opere letterarie, artistiche, cinematografiche,
audiovisive e fotografiche, atte a rappresentare in modo
significativo i valori dell'identita' nazionale nell'eta'
contemporanea;
e) pianificazione di selezionati interventi infrastrutturali
volti alla realizzazione e al completamento di opere di rilevante
interesse culturale e scientifico;
f) predisposizione del piano degli interventi finanziari da parte
dello Stato.
2. Il comitato stabilisce le modalita' per assicurare la
trasparenza delle decisioni e degli atti concernenti la
pianificazione degli interventi di cui all'art. 2 e l'informazione
della pubblica opinione. Il Presidente del Comitato riferisce sulle
attivita' svolte ogni quattro mesi al Consiglio dei Ministri, che ne
informa il Parlamento.
Art. 3.
1. Al funzionamento del Comitato di cui all'art. 1 si provvede con
le risorse umane e strutturali della Presidenza del Consiglio dei
Ministri. Ai componenti del Comitato ed al personale destinato al suo
funzionamento non spetta, per questo, alcun compenso, rimborso spese
o, comunque, retribuzione aggiuntiva.
Roma, 24 aprile 2007
Il Presidente del Consiglio dei
Ministri: Prodi
Il Vice Presidente del Consiglio dei
Ministri: Rutelli
Il Ministro dell'economia e delle
finanze: Padoa Schioppa
Il Ministro delle infrastrutture: Di
Pietro
Il Ministro per gli affari regionali e
le autonomie locali: Lanzillotta
Registrato alla Corte dei conti il 23 maggio 2007
Ministeri istituzionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
registro n. 6, foglio n. 106
(GU n. 122 del 28-5-2007 )
LEGGE 28 Maggio 2007, n. 68
Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite,
affari, turismo e studio.
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno
approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:
Art. 1.
Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite,
affari, turismo e studio
1. Ai sensi dell'articolo 4, comma 4, e dell'articolo 5, comma 3,
del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al
decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive
modificazioni, per l'ingresso in Italia per visite, affari, turismo e
studio non e' richiesto il permesso di soggiorno qualora la durata
del soggiorno stesso sia non superiore a tre mesi. In tali casi si
applicano le disposizioni di cui all'articolo 4, comma 2, del
medesimo testo unico e il termine di durata per cui e' consentito il
soggiorno e' quello indicato nel visto di ingresso, se richiesto.
2. Al momento dell'ingresso o, in caso di provenienza da Paesi
dell'area Schengen, entro otto giorni dall'ingresso, lo straniero
dichiara la sua presenza, rispettivamente all'autorita' di frontiera
o al questore della provincia in cui si trova, secondo le modalita'
stabilite con decreto del Ministro dell'interno.
3. In caso di inosservanza degli obblighi di cui al comma 2, salvo
che il ritardo sia dipeso da forza maggiore, lo straniero e' espulso
ai sensi dell'articolo 13 del citato testo unico di cui al decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni. La
medesima sanzione si applica qualora lo straniero, avendo presentato
la dichiarazione di cui al comma 2, si sia trattenuto nel territorio
dello Stato oltre i tre mesi o il minore termine stabilito nel visto
di ingresso.
Avvertenza: Il testo della nota qui pubblicato e' stato
redatto dall'amministrazione competente per materia, ai
sensi dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura della disposizione di legge
alla quale e' operato il rinvio e della quale restano
invariati il valore e l'efficacia.
Nota all'art. 1:
- Il testo dei commi 2 e 4 dell'art. 4, del comma 3
dell'art. 5 e dell'art. 13 del testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive
modificazioni, e' il seguente:
«Art. 4 (Ingresso nel territorio dello Stato). - 1.
(Omissis).
2. Il visto di ingresso e' rilasciato dalle
rappresentanze diplomatiche o consolari italiane nello
Stato di origine o di stabile residenza dello straniero.
Per soggiorni non superiori a tre mesi sono equiparati ai
visti rilasciati dalle rappresentanze diplomatiche e
consolari italiane quelli emessi, sulla base di specifici
accordi, dalle autorita' diplomatiche o consolari di altri
Stati. Contestualmente al rilascio del visto di ingresso
l'autorita' diplomatica o consolare italiana consegna allo
straniero una comunicazione scritta in lingua a lui
comprensibile o, in mancanza, in inglese, francese,
spagnolo o arabo, che illustri i diritti e i doveri dello
straniero relativi all'ingresso ed al soggiorno in Italia.
Qualora non sussistano i requisiti previsti dalla normativa
in vigore per procedere al rilascio del visto, l'autorita'
diplomatica o consolare comunica il diniego allo straniero
in lingua a lui comprensibile, o, in mancanza, in inglese,
francese, spagnolo o arabo. In deroga a quanto stabilito
dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive
modificazioni, per motivi di sicurezza o di ordine pubblico
il diniego non deve essere motivato, salvo quando riguarda
le domande di visto presentate ai sensi degli articoli 22,
24, 26, 27, 28, 29, 36 e 39. La presentazione di
documentazione falsa o contraffatta o di false attestazioni
a sostegno della domanda di visto comporta automaticamente,
oltre alle relative responsabilita' penali,
l'inammissibilita' della domanda. Per lo straniero in
possesso di permesso di soggiorno e' sufficiente, ai fini
del reingresso nel territorio dello Stato, una preventiva
comunicazione all'autorita' di frontiera.
(Omissis).
4. L'ingresso in Italia puo' essere consentito con
visti per soggiorni di breve durata, validi fino a novanta
giorni e per soggiorni di lunga durata che comportano per
il titolare la concessione di un permesso di soggiorno in
Italia con motivazione identica a quella menzionata nel
visto. Per soggiorni inferiori a tre mesi, saranno
considerati validi anche i motivi esplicitamente indicati
in visti rilasciati da autorita' diplomatiche o consolari
di altri Stati in base a specifici accordi internazionali
sottoscritti e ratificati dall'Italia ovvero a norme
comunitarie».
«Art. 5 (Permesso di soggiorno). - 1.-2. (Omissis).
3. La durata del permesso di soggiorno non rilasciato
per motivi di lavoro e' quella prevista dal visto
d'ingresso, nei limiti stabiliti dal presente testo unico o
in attuazione degli accordi e delle convenzioni
internazionali in vigore. La durata non puo' comunque
essere:
a) superiore a tre mesi, per visite, affari e
turismo;
b) [superiore a sei mesi, per lavoro stagionale, o
nove mesi, per lavoro stagionale nei settori che richiedono
tale estensione];
c) superiore ad un anno, in relazione alla frequenza
di un corso per studio o per formazione debitamente
certificata; il permesso e' tuttavia rinnovabile
annualmente nel caso di corsi pluriennali;
d) (abrogata);
e) superiore alle necessita' specificatamente
documentate, negli altri casi consentiti dal presente testo
unico o dal regolamento di attuazione».
«Art. 13(Espulsione amministrativa). - 1. Per motivi di
ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, il Ministro
dell'interno puo' dispone l'espulsione dello straniero
anche non residente nel territorio dello Stato, dandone
preventiva notizia al Presidente del Consiglio dei Ministri
e al Ministro degli affari esteri;
2. L'espulsione e' disposta dal prefetto quando lo
straniero:
a) e' entrato nel territorio dello Stato sottraendosi
ai controlli di frontiera e non e' stato respinto ai sensi
dell'art. 10;
b) si e' trattenuto nel territorio dello Stato in
assenza della comunicazione di cui all'art. 27,
comma 1-bis, o senza aver richiesto il permesso di
soggiorno nei termini prescritti, salvo che il ritardo sia
dipeso da forza maggiore, ovvero quando il permesso di
soggiorno e' stato revocato o annullato, ovvero e' scaduto
da piu' di sessanta giorni e non e' stato chiesto il
rinnovo;
c) appartiene a taluna delle categorie indicate
nell'art. 1 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, come
sostituto dall'art. 2 della legge 3 agosto 1988, n. 327, o
nell'art. 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575, come
sostituito dall'art. 13 della legge 13 settembre 1982, n.
646.
2-bis. Nell'adottare il provvedimento di espulsione ai
sensi del comma 2, lettere a) e b), nei confronti dello
straniero che ha esercitato il diritto al ricongiungimento
familiare ovvero del familiare ricongiunto, ai sensi
dell'art. 29, si tiene anche conto della natura e della
effettivita' dei vincoli familiari dell'interessato, della
durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonche'
dell'esistenza di legami familiari, culturali o sociali con
il suo Paese d'origine.
3. L'espulsione e' disposta in ogni caso con decreto
motivato immediatamente esecutivo, anche se sottoposto a
gravame o impugnativa da parte dell'interessato. Quando lo
straniero e' sottoposto a procedimento penale e non si
trova in stato di custodia cautelare in carcere, il
questore, prima di eseguire l'espulsione, richiede il nulla
osta all'autorita' giudiziaria, che puo' negarlo solo in
presenza di inderogabili esigenze processuali valutate in
relazione all'accertamento della responsabilita' di
eventuali concorrenti nel reato o imputati in procedimenti
per reati connessi, e all'interesse della persona offesa.
In tal caso l'esecuzione del provvedimento e' sospesa fino
a quando l'autorita' giudiziaria comunica la cessazione
delle esigenze processuali. Il questore, ottenuto il nulla
osta, provvede all'espulsione con le modalita' di cui al
comma 4. Il nulla osta si intende concesso qualora
l'autorita' giudiziaria non provveda entro quindici giorni
dalla data di ricevimento della richiesta. In attesa della
decisione sulla richiesta di nulla osta, il questore puo'
adottare la misura del trattenimento presso un centro di
permanenza temporanea, ai sensi dell'art. 14.
3-bis. Nel caso di arresto in flagranza o di fermo, il
giudice rilascia il nulla osta all'atto della convalida,
salvo che applichi la misura della custodia cautelare in
carcere ai sensi dell'art. 391, comma 5, del codice di
procedura penale, o che ricorra una delle ragioni per le
quali il nulla osta puo' essere negato ai sensi del
comma 3.
3-ter. Le disposizioni di cui al comma 3 si applicano
anche allo straniero sottoposto a procedimento penale, dopo
che sia stata revocata o dichiarata estinta per qualsiasi
ragione la misura della custodia cautelare in carcere
applicata nei suoi confronti. Il giudice, con lo stesso
provvedimento con il quale revoca o dichiara l'estinzione
della misura, decide sul rilascio del nulla osta
all'esecuzione dell'espulsione. Il provvedimento e'
immediatamente comunicato al questore.
3-quater. Nei casi previsti dai commi 3, 3-bis e 3-ter,
il giudice, acquisita la prova dell'avvenuta espulsione, se
non e' ancora stato emesso il provvedimento che dispone il
giudizio, pronuncia sentenza di non luogo a procedere. E
sempre disposta la confisca delle cose indicate nel secondo
comma dell'art. 240 del codice penale. Si applicano le
disposizioni di cui ai commi 13, 13-bis, 13-ter e 14.
3-quinquies. Se lo straniero espulso rientra
illegalmente nel territorio dello Stato prima del termine
previsto dal comma 14 ovvero, se di durata superiore, prima
del termine di prescrizione del reato piu' grave per il
quale si era proceduto nei suoi confronti, si applica
l'art. 345 del codice di procedura penale. Se lo straniero
era stato scarcerato per decorrenza dei termini di durata
massima della custodia cautelare, quest'ultima e'
ripristinata a norma dell'art. 307 del codice di procedura
penale.
3-sexies. (Abrogato).
4. L'espulsione e' sempre eseguita dal questore con
accompagna- mento alla frontiera a mezzo della forza
pubblica ad eccezione dei casi di cui al comma 5.
5. Nei confronti dello straniero che si e' trattenuto
nel territorio dello Stato quando il permesso di soggiorno
e' scaduto di validita' da piu' di sessanta giorni e non ne
e' stato chiesto il rinnovo, l'espulsione contiene
l'intimazione a lasciare il territorio dello Stato entro il
termine di quindici giorni. Il questore dispone
l'accompagnamento immediato alla frontiera dello straniero,
qualora il prefetto rilevi il concreto pericolo che
quest'ultimo si sottragga all'esecuzione del provvedimento.
5-bis. Nei casi previsti ai commi 4 e 5 il questore
comunica immediatamente e, comunque, entro quarantotto ore
dalla sua adozione, al giudice di pace territorialmente
competente il provvedimento con il quale e' disposto
l'accompagnamento alla frontiera. L'esecuzione del
provvedimento del questore di allontanamento dal territorio
nazionale e' sospesa fino alla decisione sulla convalida.
L'udienza per la convalida si svolge in camera di consiglio
con la partecipazione necessaria di un difensore
tempestivamente avvertito. L'interessato e' anch'esso
tempestivamente informato e condotto nel luogo in cui il
giudice tiene l'udienza. Si applicano le disposizioni di
cui al sesto e al settimo periodo del comma 8, in quanto
compatibili. Il giudice provvede alla convalida, con
decreto motivato, entro le quarantotto ore successive,
verificata l'osservanza dei termini, la sussistenza dei
requisiti previsti dal presente articolo e sentito
l'interessato, se comparso. In attesa della definizione del
procedimento di convalida, lo straniero espulso e'
trattenuto in uno dei centri di permanenza temporanea ed
assistenza, di cui all'art. 14, salvo che il procedimento
possa essere definito nel luogo in cui e' stato adottato il
provvedimento di allontanamento anche prima del
trasferimento in uno dei centri disponibili. Quando la
convalida e' concessa, il provvedimento di accompagna-
mento alla frontiera diventa esecutivo. Se la convalida non
e' concessa ovvero non e' osservato il termine per la
decisione, il provvedimento del questore perde ogni
effetto. Avverso il decreto di convalida e' proponibile
ricorso per cassazione. Il relativo ricorso non sospende
l'esecuzione dell'allontanamento dal territorio nazionale.
Il termine di quarantotto ore entro il quale il giudice di
pace deve provvedere alla convalida decorre dal momento
della comunicazione del provvedimento alla cancelleria.
5-ter. Al fine di assicurare la tempestivita' del
procedimento di convalida dei provvedimenti di cui ai
commi 4 e 5, ed all'art. 14, comma 1, le questure
forniscono al giudice di pace, nei limiti delle risorse
disponibili, il supporto occorrente e la disponibilita' di
un locale idoneo.
6. (Abrogato).
7. Il decreto di espulsione e il provvedimento di cui
al comma 1 dell'art. 14, nonche' ogni altro atto
concernente l'ingresso, il soggiorno e l'espulsione, sono
comunicati all'interessato unitamente all'indicazione delle
modalita' di impugnazione e ad una traduzione in una lingua
da lui conosciuta, ovvero, ove non sia possibile, in lingua
francese, inglese o spagnola.
8. Avverso il decreto di espulsione puo' essere
presentato unicamente il ricorso al giudice di pace del
luogo in cui ha sede l'autorita' che ha disposto
l'espulsione. Il termine e' di sessanta giorni dalla data
del provvedimento di espulsione. Il giudice di pace
accoglie o rigetta il ricorso, decidendo con unico
provvedimento adottato, in ogni caso, entro venti giorni
dalla data di deposito del ricorso. Il ricorso di cui al
presente comma puo' essere sottoscritto anche
personalmente, ed e' presentato anche per il tramite della
rappresentanza diplomatica o consolare italiana nel Paese
di destinazione. La sottoscrizione del ricorso, da parte
della persona interessata, e' autenticata dai funzionati
delle rappresentanze diplomatiche o consolari che
provvedono a certificarne l'autenticita' e ne curano
l'inoltro all'autorita' giudiziaria. Lo straniero e'
ammesso all'assistenza legale da parte di un patrocinatore
legale di fiducia munito di procura speciale rilasciata
avanti all'autorita' consolare. Lo straniero e' altresi'
ammesso al gratuito patrocinio a spese dello Stato, e,
qualora sia sprovvisto di un difensore, e' assistito da un
difensore designato dal giudice nell'ambito dei soggetti
iscritti nella tabella di cui all'art. 29 delle norme di
attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di
procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio
1989, n. 271, nonche', ove necessario, da un interprete.
9.-10. (Abrogato).
11. Contro il decreto di espulsione emanato ai sensi
del comma 1 e' ammesso ricorso al tribunale amministrativo
regionale del Lazio, sede di Roma.
12. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 19, lo
straniero espulso e' rinviato allo Stato di appartenenza,
ovvero, quando cio' non sia possibile, allo Stato di
provenienza.
13. Lo straniero espulso non puo' rientrare nel
territorio dello Stato senza una speciale autorizzazione
del Ministro dell'interno. In caso di trasgressione lo
straniero e' punito con la reclusione da uno a quattro anni
ed e' nuovamente espulso con accompagnamento immediato alla
frontiera. La disposizione di cui al primo periodo del
presente comma non si applica nei confronti dello straniero
gia' espulso ai sensi dell'art. 13, comma 2, lettere a)
e b), per il quale e' stato autorizzato il
ricongiungimento, ai sensi dell'art. 29.
13-bis. Nel caso di espulsione disposta dal giudice, il
trasgressore del divieto di reingresso e' punito con la
reclusione da uno a quattro anni. Allo straniero che, gia'
denunciato per il reato di cui al comma 13 ed espulso,
abbia fatto reingresso sul territorio nazionale si applica
la pena della reclusione da uno a cinque anni.
13-ter. Per i reati previsti dai commi 13 e 13-bis e'
obbligatorio l'arresto dell'autore del fatto anche fuori
dei casi di flagranza e si procede con rito direttissimo.
14. Salvo che sia diversamente disposto, il divieto di
cui al comma 13 opera per un periodo di dieci anni. Nel
decreto di espulsione puo' essere previsto un termine piu'
breve, in ogni caso non inferiore a cinque anni, tenuto
conto della complessiva condotta tenuta dall'interessato
nel periodo di permanenza in Italia.
15. Le disposizioni di cui al comma 5 non si applicano
allo straniero che dimostri sulla base di elementi
obiettivi di essere giunto nel territorio dello Stato prima
della data di entrata in vigore della legge 6 marzo 1998,
n. 40. In tal caso, il questore puo' adottare la misura di
cui all'art. 14, comma 1.
16. L'onere derivante dal comma 10 del presente
articolo e' valutato in lire 4 miliardi per l'anno 1997 e
in lire 8 miliardi annui a decorrere dall'anno 1998».
Art. 2.
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 28 maggio 2007
NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Visto, il Guardasigilli: Mastella
LAVORI PREPARATORI
Senato della Repubblica (atto n. 1375):
Presentato dal sen. Bianco il 7 marzo 2007.
Assegnato alla 1ª commissione (Affari costituzionali), in
sede referente, l'8 marzo 2007 con pareri delle commissioni
2ª e 3ª.
Esaminato dalla 1ª commissione, in sede referente, il
13 marzo 2007.
Assegnato nuovamente alla 1ª commissione (Affari
costituzionali), in sede deliberante, il 14 marzo 2007 con
pareri delle commissioni 2ª e 3ª.
Esaminato dalla 1ª commissione, in sede deliberante, il
14, 15 marzo 2007 ed approvato il 20 marzo 2007.
Camera dei deputati (atto n. 2427):
Assegnato alla I commissione (Affari costituzionali), in
sede referente, il 26 marzo 2007 con parere della
commissione II.
Esaminato dalla I commissione, in sede referente, il
29 marzo 2007; il 3, 4, 18 aprile 2007.
Esaminato in aula il 15 maggio 2007 ed approvato il
16 maggio 2007.
(G.U. n. 126 del 1/6/2007)
decreto ministeriale
DECRETO 23 Aprile 2007
Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione.
IL MINISTRO DELL'INTERNO
Visto l'art. 14 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, che
individua le funzioni e i compiti spettanti al Ministero
dell'interno;
Vista la Dichiarazione sul dialogo interreligioso come fattore di
coesione sociale in Europa e come strumento di pace nell'area
mediterranea, adottata dai Ministri dell'interno dell'Unione europea
e fatta propria dai Capi di Stato e di Governo durante il Consiglio
europeo di Bruxelles del 12 dicembre 2003, al termine del semestre di
Presidenza italiana dell'Unione europea;
Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri
12 marzo 2007 per l'attuazione, il monitoraggio e la valutazione del
programma di Governo;
Vista la direttiva generale per l'attivita' amministrativa e la
gestione del Ministero dell'interno per l'anno 2007;
Visto il decreto ministeriale 30 gennaio 2004, con il quale e'
stato istituito il Comitato contro la discriminazione e
l'antisemitismo con il compito di esercitare un costante monitoraggio
sui pericoli di regressione verso forme di intolleranza, razzismo,
xenofobia e antisemitismo;
Visti i decreti ministeriali 10 settembre e 30 novembre 2005 con i
quali si e' proceduto all'istituzione presso il Ministero
dell'interno della Consulta per l'Islam italiano e all'individuazione
nominativa dei componenti dello stesso consesso;
Visto il proprio decreto 13 ottobre 2006 con il quale e' stato
istituito presso il Ministero dell'interno il Comitato per la
valorizzazione della cultura della Repubblica;
Visto il proprio decreto 13 ottobre 2006 con il quale e' stato
istituito presso il Ministero dell'interno il Comitato scientifico
incaricato di elaborare la Carta dei valori della cittadinanza e
dell'integrazione;
Visto il decreto 15 dicembre 2006, di concerto fra il Ministro per
le politiche giovanili e le attivita' sportive e il Ministro
dell'interno, con il quale e' stata istituita la Consulta giovanile
per le questioni relative al pluralismo culturale e religioso;
Considerato che le linee di indirizzo della citata direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri 12 marzo 2007 riguardano, fra
l'altro, il completamento dei diritti di cittadinanza degli immigrati
in parallelo con un definito quadro di doveri e, inoltre, la
promozione del dialogo fra persone di culture e religioni differenti;
Considerato che la citata direttiva generale del Ministro
dell'interno per il 2007 contempla la priorita' politica, condivisa
con tutte le componenti istituzionali interessate, di "contribuire a
migliorare il governo dei fenomeni dell'immigrazione e dell'asilo" "a
fini di massima coesione, integrazione sociale e condivisione di
valori e diritti da parte delle varie componenti della realta' di
pluralismo culturale e religioso presente nel Paese";
Acquisita la proposta di Carta dei valori della cittadinanza e
dell'integrazione elaborata dal Comitato scientifico istituito con il
citato decreto 13 ottobre 2006 e la Relazione illustrativa che la
accompagna;
Constatato che la Carta dei valori della cittadinanza e
dell'integrazione enuclea, anche in un'ottica programmatica ed in
vista di una sempre piu' ampia realizzazione, i principi ispiratori
dell'ordinamento e della societa' italiana nell'accoglienza e
regolazione del fenomeno migratorio in un quadro di pluralismo
culturale e religioso;
Ritenuto che la Carta possa costituire, anche alla luce di analoghe
esperienze ed iniziative avviate in altri Paesi europei, un utile
strumento di orientamento dell'azione dell'Amministrazione
dell'interno per l'integrazione dei soggetti dell'immigrazione nella
societa' italiana e per favorire la coesione sociale attraverso le
piu' idonee garanzie civili e sociali, in coerenza con il quadro
normativo costituzionale, comunitario, e internazionale sui diritti
umani;
Ritenuto di condividere, per i suesposti motivi, il testo della
Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione e di
accogliere le proposte conclusive della Relazione;
Ritenuto di affidare ad un gruppo di studiosi e di esperti
particolarmente qualificati il compito di elaborare, proporre e
promuovere, in raccordo con i competenti Uffici del Ministero
dell'interno, le piu' opportune forme e modalita' per la conoscenza e
la diffusione della Carta e le successive iniziative e interventi,
anche per l'integrazione della stessa attraverso documenti
aggiuntivi;
Decreta:
Art. 1.
1. Il Ministero dell'interno, nell'esercizio delle proprie
attribuzioni, si ispira alla Carta dei valori della cittadinanza e
dell'integrazione, di seguito denominata Carta dei valori, il cui
testo e' riportato nell'allegato che forma parte integrante del
presente decreto.
2. Il Ministero dell'interno orienta le relazioni con le comunita'
degli immigrati e religiose al comune rispetto dei principi della
Carta dei valori, nella prospettiva dell'integrazione e della
coesione sociale.
Art. 2.
1. E' istituito il Consiglio scientifico incaricato di approfondire
e proporre le piu' opportune iniziative per la conoscenza, la
diffusione della Carta dei valori ed i successivi interventi e di
studiare le soluzioni piu' adeguate per l'armonica convivenza delle
comunita' dell'immigrazione e religiose nella societa' italiana.
2. Nell'espletamento del suo mandato il Consiglio scientifico
procede anche mediante incontri consultivi con esponenti delle
associazioni ed organizzazioni operanti nel mondo delle comunita'
immigrate, con esponenti delle diverse confessioni ed organizzazioni
religiose, con i componenti della Consulta per l'Islam italiano, che,
aderendo alla Carta dei valori, intendano partecipare, nella propria
autonomia, alla diffusione e attuazione della Carta.
Roma, 23 aprile 2007
Il Ministro: Amato
Registrato alla Corte dei conti il 30 maggio 2007
Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 6, foglio n. 276
CARTA DEI VALORI DELLA CITTADINANZA E DELL'INTEGRAZIONE
L'Italia, comunita' di persone e di valori.
L'Italia e' uno dei Paesi piu' antichi d'Europa che affonda le
radici nella cultura classica della Grecia e di Roma. Essa si e'
evoluta nell'orizzonte del cristianesimo che ha permeato la sua
storia e, insieme con l'ebraismo, ha preparato l'apertura verso la
modernita' e i principi di liberta' e di giustizia.
I valori su cui si fonda la societa' italiana sono frutto
dell'impegno di generazioni di uomini e di donne di diversi